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"Il nostro è un lavoro che va amato; basta ascoltare un conciatore che descrive una pelle che tiene fra le mani, per rendersi conto delle sensibilità con cui affronta quella cosa che sembra uscita da una magia, tanto la sente unica e diversa da qualsiasi altra, portatrice irripetibile della caratteristiche che lui ha saputo dargli."
Convegno "La conceria Toscana verso il III° millennio"
Giugno 1997